Alcool e zucchero diversi in guscio e core del nucleo accumbens

 

 

DIANE RICHMOND

 

 

 

NOTE E NOTIZIE - Anno XIV – 19 marzo 2016.

Testi pubblicati sul sito www.brainmindlife.org della Società Nazionale di Neuroscienze “Brain, Mind & Life - Italia” (BM&L-Italia). Oltre a notizie o commenti relativi a fatti ed eventi rilevanti per la Società, la sezione “note e notizie” presenta settimanalmente lavori neuroscientifici selezionati fra quelli pubblicati o in corso di pubblicazione sulle maggiori riviste e il cui argomento è oggetto di studio dei soci componenti lo staff dei recensori della Commissione Scientifica della Società.

 

 

[Tipologia del testo: RECENSIONE]

 

La dipendenza da alcool si caratterizza per l’elevata tendenza alla recidiva, anche dopo molti anni di astinenza, pertanto i fattori che possono contribuire alla riaccensione del comportamento compulsivo sono oggetto di intensi studi. Gli stimoli associati all’alcool da forme di apprendimento descrivibili in termini pavloviani sono fra i principali indagati. Si ritiene che tali stimoli possano accrescere notevolmente il rischio di recidiva, perciò la comprensione dei meccanismi neurali che consentono a questi stimoli di promuovere il comportamento di ricerca compulsiva dell’alcool appare di cruciale importanza per lo sviluppo di nuove forme di prevenzione e trattamento per consumatori di etanolo ed affetti da etilismo cronico.

Janak, Corbit e Fischbach, impiegando il paradigma del trasferimento strumentale pavloviano, hanno studiato la base neurale degli apprendimenti condizionati legati al consumo di alcool etilico e di saccarosio, come stimolo associato. La sperimentazione ha rivelato l’esistenza di due circuiti distinti, ciascuno dedicato alla specifica mediazione di un tipo di processo, con una sede bene caratterizzabile: la parte periferica (guscio) del nucleo accumbens, l’uno, e la parte centrale dello stesso nucleo, l’altro (Corbit L. H., Nucleus Accumbens Core and Shell are Differentially Involved in Generaland Outcome-Specific Forms of Pavlovian-Instrumental Transfer with Alcohol and Sucrose Rewards. European Journal of NeuroscienceEpub ahead of print doi: 10.1111/jnc.13580, 2016).

La provenienza degli autori è la seguente: Department of Neurology, University of California at San Francisco, San Francisco, CA (USA); Department of Neuroscience, Johns Hopkins School of Medicine, Johns Hopkins University, Baltimore, MD (USA); School of Psychology, The University od Sidney, Sydney, New South Wales (Australia); Department of Psychological and Brain Sciences, Krieger School of Art and Sciences, Johns Hopkins University, Baltimore, MD (USA)  .

Consideriamo brevemente alcuni dati morfo-funzionali relativi al nucleo accumbens umano, per collocare i risultati emersi dallo studio qui recensito nel quadro delle conoscenze morfo-funzionali attuali.

Il nucleo accumbens è attualmente descritto col tubercolo olfattorio quale parte dello striato ventrale ed è in continuità con il nucleo caudato, che in direzione mediale si continua con i neuroni dell’accumbens. Questa piccola formazione grigia della base encefalica è prossima ai nuclei del setto, vicina all’area paraolfattoria, alla benderella diagonale di Broca e al fornice. Di fronte alla commessura anteriore, gran parte della materia grigia della sostanza perforata anteriore, e specialmente il tubercolo olfattorio (v. Gray’s Anatomy) è indistinguibile dal fondo dello striato per istochimica, composizione cellulare e connessioni. Nel nucleo accumbens si riconosce una porzione esterna, o guscio (shell), ed una porzione interna o core. La precisa caratterizzazione funzionale di queste due componenti è ancora oggetto di studio.

Come parte del sistema edonico o “a ricompensa” del cervello, il nucleo accumbens riceve un importante contingente di fibre dopaminergiche dall’area tegmentale ventrale (VTA) del mesencefalo, in particolare dal gruppo di cellule A10. Si ritiene che il nucleo accumbens costituisca il sostrato neurale degli effetti a ricompensa di varie classi di sostanze psicotrope d’abuso, costituendo un elemento neurobiologico determinante per la loro capacità di generare dipendenza. È opportuno ricordare quanto emerso dalla sperimentazione con stimolanti psicomotori quali  amfetamina e cocaina. La sperimentazione ha dimostrato che gli effetti di stimolo psichico esercitati da queste due molecole sull’attività locomotoria degli animali dipendono in modo esclusivo dalla neurotrasmissione dopaminergica in questo nucleo, suggerendo l’ipotesi che le proprietà di rinforzo o ricompensa di tali droghe siano mediate dal sistema dopaminergico mesolimbico. Ipotesi che ha poi trovato conferma in numerosi studi recenti.

L’uso di alcool etilico o etanolo prevede una gamma di esiti molto più ampia di quella osservata con altre sostanze psicotrope d’abuso, quali l’oppioide eroina (diacetil-morfina) e lo stimolante psicomotorio cocaina. Le ragioni sono varie e la loro esposizione esula dai limiti di questa recensione, tuttavia è opportuno ricordare che, oltre a fattori di carattere culturale, uno specifico ruolo per motivi metabolici e neurobiologici lo riveste la composizione, spesso ricca e complessa, delle bevande contenenti etanolo. Questa caratteristica determina varie forme di una abitudine patologica portatrice di rischi aggiuntivi - come nell’indulgere all’assunzione in circostanze in cui l’effetto può esporre a gravi pericoli - che possono sfuggire a lungo al riconoscimento come problema, anche da parte di persone a stretto contatto con l’assuntore.

Accade, poi, come per altre sostanze che ingenerano dipendenza con effetti psicotossici meno gravi (nicotina) ma con rischio di danno più grave per la salute (cancro del polmone da fumo di sigaretta), che altri stimoli rilevanti per la recezione gustativa ne inneschino o rinforzino l’assunzione. Chi non ha mai sentito un fumatore dire che, dopo la tazzina di caffè, la sigaretta è irrinunciabile? Allo stesso modo, esiste una gamma di associazioni gastronomiche e dolciarie con bevande alcooliche, che generano veri e propri apprendimenti condizionati associativi ai quali e difficile sottrarsi. L’associazione con il disaccaride saccarosio (glucosio-fruttosio), lo zucchero presente in ogni casa e in ogni bar, oltre che in un numero straordinario di preparazioni dolciarie e alimentari, è fra le più note. Una componente non trascurabile del successo commerciale dei liquori dolci è dovuta al consumo anche da parte di molti che sono quasi astemi, ma sono attratti dal sapore gradevole.

Il lavoro qui recensito ha impiegato il paradigma PIT (Pavlovian Instrumental Transfer) per studiare l’influenza di stimoli pavloviani su risposte strumentali finalizzate all’ottenimento di una ricompensa ed esercitate indipendentemente. Gli effetti possono essere sia generali, rinforzando i comportamenti legati alla ricompensa, sia specifici per risposte che ottengono un esito comune. Queste differenti forme di PIT sono mediate da distinti circuiti neurali implicanti l’intervento, rispettivamente, del core e del guscio (shell) del nucleo accumbens.

Corbit e colleghi hanno esaminato gli effetti dell’inattivazione farmacologica della parte esterna (shell) o centrale (core) dell’accumbens sul PIT generato da stimoli predittivi dell’alcool o dello zucchero.

I ricercatori hanno rilevato che le presentazioni di uno stimolo che annunciava il saccarosio rinforzava solo le risposte per il saccarosio e non per l’alcool, suggerendo un effetto specifico per l’esito. Ma, al contrario, accadeva che uno stimolo predittivo dell’alcool rinforzava entrambe le risposte, sia quella all’alcool sia quella al saccarosio, suggerendo un effetto generale di attivazione-rinforzo.

L’esperimento di inattivazione del core del nucleo accumbens riduceva il PIT e in particolare l’effetto di stimolo dell’alcool. L’esperimento di inattivazione del guscio del nucleo accumbens riduceva la specificità degli effetti dello stimolo ma lasciava intatta la capacità dello stimolo di  rinforzare non specificamente le risposte, coerentemente con un ruolo di mediazione della specificità del PIT.

Presi insieme, questi risultati suggeriscono che il core del nucleo accumbens gioca un ruolo particolarmente importante nel mediare l’influenza di stimoli predittivi dell’alcool su un comportamento di ricerca della ricompensa.

 

L’autrice della nota ringrazia la dottoressa Isabella Floriani per la correzione della bozza e invita alla lettura delle recensioni di argomento connesso che appaiono nella sezione “NOTE E NOTIZIE” del sito (utilizzare il motore interno nella pagina “CERCA”).

 

Diane Richmond

BM&L-19 marzo 2016

www.brainmindlife.org

 

 

 

 

_____________________________________________________________________________________________________________________

 

La Società Nazionale di Neuroscienze BM&L-Italia, affiliata alla International Society of Neuroscience, è registrata presso l’Agenzia delle Entrate di Firenze, Ufficio Firenze 1, in data 16 gennaio 2003 con codice fiscale 94098840484, come organizzazione scientifica e culturale non-profit.